Le imprese del farmaco costituiscono oggi un asse portante dell’industria italiana, che si
attesta quale leader tra i paesi UE nella produzione ed esportazione di farmaci. L’industria
farmaceutica è il settore terziario con la più alta crescita in Italia dal 2008 al 2018 (Farmindustria
Luglio 2019 – Assemblea pubblica “2025, la salute che verrà”; Fonte elaborazioni su dati Istat,
INPS, Eurostat, Efpia). Con 32 mld di euro di fatturato e aziende farmaceutiche sono leader nella UE, collocandosi
anche prima della Germania, per valore della produzione e impatto sull’indotto, ciò anche grazie
alla qualità della produzione conto terzi. L’export è cresciuto del 117% in 10 anni ed hanno
investito in Italia 3 miliardi nel 2018, crescendo del 33% negli ultimi 5 anni. Questi risultati
considerevoli sono stati ottenuti anche con un forte impegno ambientale, tenuto conto che si è
assistito ad una riduzione dei consumi energetici e un taglio delle emissioni di gas clima-alteranti di
oltre il 70% in 10 anni e principalmente grazie ad un alto e diffuso livello culturale di laureati e
dottori di ricerca Italiani. Gli investimenti in ricerca ed innovazione (1,7 miliardi di euro nel 2018), vedono l’industria
farmaceutica come primo settore per investimenti in innovazione per addetto. Tali risultati sono stati
possibili soprattutto grazie alla “Network Innovation”, che le vede al centro dell’ecosistema della
ricerca in Italia e prime per rapporti con le Università e i Centri di Ricerca pubblici. Gli investimenti
in R&S sono aumentati del 35% in 5 anni, più della media europea, arrivando a rappresentare il 7%
del totale italiano. Uno degli aspetti rilevanti nello sviluppo di un nuovo farmaco riguarda il passaggio dalla
fase di laboratorio, in cui pochi milligrammi sono sufficienti per realizzare i saggi preliminari di
attività biologica, a fasi precliniche e cliniche. Queste fasi sono molto delicate in quanto devono
necessariamente portare alla produzione in maniera affidabile di quantità maggiori del prototipo
farmaceutico e mettono le basi per lo sviluppo industriale. Per questo motivo il valore del prototipo
è molto elevato in quanto lo sviluppo richiede un know-how specifico da trasferire successivamente
agli impianti di produzione. E’ importante sottolineare che i costi per la commercializzazione di un
nuovo farmaco vengono stimati dell’ordine di 1 miliardo di dollari in una durata media di 10 anni e
solo le più grandi industrie possono permettersi di sviluppare farmaci ex-novo. E’ in questa fase che
si concentrano molti dei brevetti in ambito farmaceutico e due componenti del team sono inventori di un
brevetto proprio nell’ambito della sintesi asimmetrica di molecole farmacologicamente attive.
Rimanendo proprio sui costi necessari al passaggio scala di laboratorio/fase preclinica e clinica, si
può stimare grossolanamente che un chilogrammo di un prototipo farmaceutico possa avere il
valore di anche diverse centinaia di migliaia di euro. Una valutazione di questo tipo viene fuori
proprio dai contatti con i responsabili aziendali delle varie convenzioni di ricerca. Quindi tutto il
passaggio dallo sviluppo sintetico, che richiede un know-how altamente qualificato, alla produzione
su larga scala di suddetto prototipo raggiunge un elevato valore aggiunto che può essere anche di 10
volte superiore rispetto al costo dei materiali di partenza. I costi maggiori sono legati proprio al
know-how delle persone coinvolte nello sviluppo, di solito dottori di ricerca.
Il mercato di riferimento riguarderà principalmente le industrie farmaceutiche e biotecnologiche
interessate a sviluppare nuovi metodi di produzione ecologicamente sostenibili, la sintesi di
prototipi farmaceutici da impiegare in fase pre-clinica e clinica, la sintesi di molecole chirali enantio
arricchite su larga scala. Il Contract Development and Manufacturing, altrimenti detto CDMO, rappresenta
l’esternalizzazione di tutto ciò che riguarda la produzione e il confezionamento, da parte delle
aziende farmaceutiche fortemente brandizzate verso piccole e medie imprese del settore. Come già
detto precedentemente tale strategia è adottata per ridurre i costi aziendali e per potersi dedicare
esclusivamente alla parte riguardante la ricerca clinica, il martketing/commerciale eall’industrializzazione.
Da un altro studio di Farmindustria sulle imprese del conto terzi farmaceutico (Contract
Development and Manufacturing-CDMO, 2017), emerge che la catena di fornitura industriale
italiana del settore farmaceutico, per il triennio 2013-2015, raggiunge un valore di 1,4 miliardi di
euro. Di questi il 24% è destinato ai servizi di convalida, engineering, altra consulenza tecnica
specifica, royalties, brevetti e altri servizi generici (valore stimato nel triennio 0,33 MLD di euro).
Gli input produttivi rappresentano il 66% (0,924 MLD di euro) e di questi il 25% è rappresentato
dai principi attivi (0,231 MLD di euro). L’attività oggetto dello spin-off si inserisce quindi in un mercato, che solo a livello italiano, vale 77 milioni di euro all’anno relativamente alla produzione di principi attivi e 110 milioni di euro l’anno
in termini di servizi.
Breve descrizione degli aspetti di innovazione che caratterizzano il business dell’impresa
Le soluzioni tecnico-scientifiche che lo spin-off intende proporre ai propri clienti sono da
ricondurre principalmente alle ultime frontiere della chimica organica verde e della sintesi organica
stereoselettiva, prendendo in considerazione i processi più moderni in termini di sostenibilità,
riciclo di materiali e sottoprodotti, e di risparmio energetico.
Per poter offrire il supporto scientifico di cui al punto precedente, il team dello spin-off si
avvarrà dell’impiego dei recenti sviluppi dell’organocatalisi, della catalisi dei complessi dei metalli
di transizione delle strategie RRR (resolution/racemization/recycle) per la costituzione di sistemi di
produzione integrati, più efficienti, rivolti ad un riciclo dei prodotti di scarto.
Una delle problematiche più attuali e rilevanti nell’ambito del settore farmaceutico nasce dal
riscontro sperimentale che molte molecole di interesse farmacologico, in una delle loro forme
“otticamente attive”, sono anche clinicamente più efficaci e spesso prive di molti effetti collaterali,
rispetto alla corrispondente miscela racemica. La risoluzione di quest’ultime, d’altro canto, è unaspetto che ne complica di molto la sintesi chimica e la purificazione.
La particolare problematica sopra esposta e molte altre complicazioni, spiegano ad esempio perchè
sempre più aziende farmaceutiche scelgono oggi di conferire gran parte delle loro necessità di
ricerca e sviluppo in outsourcing, sfruttando know-how altamente specializzati. Tale strategia è
rivolta al contenimento dei costi, alla riduzione dei tempi di messa in commercio di nuovi farmaci e
allo sviluppo in parallelo di più progetti.
L’idea imprenditoriale mira a rispondere a tale tendenza riscontrata e nasce proprio
dall’esperienza maturata nell’ambito di rapporti di collaborazione tra il DCB (Dipartimento di
Chimica e Biologia) dell’Università di Salerno e alcune aziende farmaceutiche, di cui il prof.
Antonio Massa è responsabile scientifico. Tali progetti sono rivolti principalmente allo studio di
processi di sintesi innovativi di molecole chirali farmacologicamente attive. Grazie alle competenze
acquisite nell’ambito di tali partnership, lo spin off si pone come obiettivo principale quello di
sviluppare e realizzare processi di sintesi su piccola, media e larga scala, collocandosi
principalmente in fasi pre-cliniche e cliniche dello sviluppo di nuovi farmaci. Questo tipo di servizi
è noto anche come “custom synthesis”.
La costituenda società di spin-off intende proporsi a queste aziende per il trasferimento tecnologico
di conoscenze acquisite, in particolare nel campo della sintesi asimmetrica (sintesi di molecole
otticamente attive ad alto valore aggiunto), ma anche in altri campi della chimica organica, con lo
scopo più generale dell’ottimizzazione dei processi di produzione.
Più in particolare, sulla base della nostra esperienza maturata nel corso del tempo, verranno
proposte sintesi personalizzate e route scouting, ampliamento e trasferimento tecnologico, sintesi e
modifiche di lead compounds.
Inoltre, come target sintetici, verranno presi in considerazione anche principi farmaceutici già
disponibili commercialmente di cui necessita un miglioramento dei processi di produzione, la
risoluzione di miscele racemiche e la sintesi enantioselettiva. Metteremo a disposizione un catalogo
di prodotti che saranno forniti su diverse scale.