Agromateriae

L’idea di business di AgroMateriae è quella di portare su scala industriale una innovativa tecnologia proprietaria capace di valorizzare e trasformare in un impianto bio-industriale nuovi materiali eco-sostenibili del mondo plastica, in perfetto accordo con i principi dell’economia circolare. La nascita di AgroMateriae, ed in particolare del suo primo prodotto denominato ‘’WinePLastics Filler’’ (WPL), trova fondamento all’interno di progetti a più ampio respiro promossi dall’Europa e dalla Regione Emilia-Romagna Vedasi, ad esempio, i progetti Por FESR “Sostinnovi” e “Vivi Plastic Free” atti a “trasformare l’Emilia-Romagna in un punto di riferimento internazionale per l’innovazione sostenibile nella filiera vitivinicola”. Il WPL è un semilavorato tecnologico in forma di polvere, ottenuto tramite processi green dagli scarti vitivinicoli, che può essere miscelato in alte percentuali a tutte le plastiche e bio-plastiche esistenti, dando vita a nuovi materiali con proprietà molto attraenti. Inoltre, tra i punti di forza del progetto AgroMateriae, c’è anche il fatto di poter trasferire e adattare i processi industriali di trasformazione adottati per il WPL e i biofiller attualmente in fase di validazione industriale ad altri scarti naturali promettenti. A valle di caratterizzazioni ed analisi in scala laboratorio, AgroMateriae è infatti in grado di ottimizzare i processi industriali di trasformazione di altri scarti naturali (provenienti da girasole, mais, nocciole, cibo, pomodori, caffè, ecc.) con gli stessi impianti già utilizzati per la produzione del WPL. Il mercato a cui si rivolgono i biofiller di AgroMateriae è quello della lavorazione e trasformazione della plastica. In termini di necessità, questo immenso mercato può essere suddiviso in due tipologie: le piccole-medie aziende obbligate a produrre manufatti biodegradabili (es. aziende che fabbricano articoli usa e getta) e le grandi aziende che, anche se non obbligate, vogliono ridurre l’utilizzo della plastica convenzionale in un modo economicamente fattibile per evitare la tassa sulla plastica, avere vantaggi indiretti d’immagine e marketing e/o per godere dei benefici della grande distribuzione. I settori target individuati, ovvero quelli del packaging, sport &amp leisure, agricoltura e beni di consumo rappresentano il 58% della produzione della plastica ma vi sono altri segmenti (Es. automotive e bulding) e altri, addirittura, mercati (Es. carta, materiali cementizi) in cui i biofiller potrebbero essere utilizzati con successo.