Tutto ha inizio nel 2003, quando quattro scienziati (tre italiani ed un tedesco), un fisico, un biologo
molecolare e due oncologi, esperti anche in medicina personalizzata, si incontrano con l’obiettivo
di affrontare e risolvere il problema della riconciliazione terapeutica, un tema, già in quegli anni, di
crescente interesse clinico.
Infatti, un elevato numero di pazienti, per lo più fragili (per età o per un alto numero di patologie
concomitanti) venivano (e vengono tutt’ora) trattati con molti farmaci contemporaneamente. Al di
là di alcune note e facilmente identificabili interazioni farmacologiche, che impediscono alcune
associazioni di farmaci, la maggior parte delle interazioni non viene presa in considerazione, nella
pratica clinica quotidiana.
Le reazioni avverse ai farmaci rappresentano un onere significativo per l’assistenza sanitaria, pur
essendo per oltre la metà prevedibili.
L’Agenzia italiana del farmaco (AIFA, l’autorità nazionale responsabile della regolamentazione dei
farmaci in Italia) ha pubblicato un documento in cui segnala che la scarsa qualità della prescrizione
di farmaci, in particolare nelle persone anziane, è spesso associata ad un aumento degli eventi
avversi correlati al farmaco, dei ricoveri e della mortalità. Nell’anziano poli-trattato in Italia, l’11%
degli ultra 65enni prende 10 o più farmaci, circa il 50% assume tra 5 e 9 farmaci (farmaci diversi e/o
somministrazioni ripetute dello stesso durante lo stesso giorno), con ormai noti rischi di eventi
avversi, inefficacia, scarsa aderenza. In termini numerici, ciò significa che più di 7 milioni di anziani
assumono oltre 5 farmaci al giorno, di cui 1,3 milioni una quantità maggiore o uguale a 10
farmaci/giorno. Questa cospicua parte della popolazione risente di reazioni avverse e mancata
efficacia che sarebbero ampiamente prevedibili ed evitabili utilizzando appropriatamente l’analisi
delle interazioni farmaco-farmaco. È superfluo considerare quanto tali reazioni avverse pesino sul
sistema sanitario nazionale, senza considerare i costi legati ad un paziente anziano non funzionale
dal punto di vista fisico e sociale.
Inoltre, è stato stimato che ogni anno circa 200.000 persone in Europa muoiono a causa della
scarsa aderenza ai trattamenti prescritti.
L’AIFA stima in 19 miliardi di euro all’anno la perdita economica legata alla scarsa aderenza ai
trattamenti, in Italia.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha riconosciuto la prescrizione inaccurata di farmaci
come una delle principali sfide per la società e ha lanciato, nel 2017, la terza sfida globale per la
sicurezza dei pazienti, con l’obiettivo di ridurre i danni gravi ed evitabili correlati ai farmaci di
almeno il 50% entro il 2022. Nello stesso documento, il costo associato agli errori terapeutici è
stimato in circa 42 miliardi di dollari all’anno a livello statunitense.
D’altra parte, l’impatto della non aderenza sui costi dei servizi sanitari (dati USA) è molto rilevante:
• insufficienza cardiaca congestizia $ 7,823 / paziente / anno (2,248,959 pazienti)
• ipertensione $ 5,824 / paziente / anno (10,150,706 pazienti)
• diabete $ 5.170 / paziente / anno (3.282.264 pazienti)
Un approccio più preciso e personalizzato ai pazienti poli-trattati potrebbe ridurre costi inutili e
sofferenze evitabili. È chiaro che questo approccio diventa determinante ed eticamente
imprescindibile, almeno in determinati ambiti clinici, che coinvolgono tra l’altro pazienti in
particolari condizioni di fragilità, come i pazienti oncologici. Infatti, il paziente oncologico è un
paziente fragile che spesso deve assumere, in aggiunta ai chemioterapici, diversi farmaci e di
diversa natura, necessari al trattamento degli effetti collaterali legati al trattamento antitumorale,
e alla terapia del dolore, oltre che per la cura di altre patologie concomitanti. Inoltre, quando due
o più farmaci vengono assunti insieme, un farmaco può modificare il profilo farmacocinetico di un
altro farmaco, portando a eventi inattesi come inefficacia o tossicità. Poiché lo spettro delle
interazioni farmaco-proteina è ben noto, è possibile evitare combinazioni sfavorevoli
semplicemente sostituendo un farmaco interferente con un farmaco equivalente dal punto di vista
terapeutico che subisce una diversa via metabolica. Sfortunatamente, la scelta delle sostituzioni
non può essere fatta facilmente poiché il numero di interazioni da considerare è molto grande con
un conseguente elevatissimo numero di interazioni da valutare. Pertanto, le DDI di solito non
vengono adeguatamente affrontate nel processo di prescrizione dei farmaci.
Questo tipo di poli-farmacia necessita più di altre di essere ottimizzata, non solo per evitare
l’inefficacia nel trattamento dei sintomi collaterali o del dolore, ma anche per evitare che eventuali
farmaci complementari interagiscano negativamente con il trattamento principale.
In sintesi, anche se la consapevolezza dei medici sulla farmacogenomica e sulle DDI è aumentata,
la loro disponibilità a utilizzare tali conoscenze nella pratica clinica è ostacolata dalla difficoltà di
gestire troppi dati dei pazienti e dalla necessità di audit esperti da parte di diversi specialisti per
ottenere la migliore associazione possibile.
Questo problema può essere superato solo mediante l’implementazione di CDSS (Clinical Decision
Support Systems) specificamente progettati, al fine di valutare automaticamente tutti i parametri
dei pazienti che influenzano la risposta al farmaco e di trasformare rapidamente una massa così
complessa di dati in informazioni leggibili e immediatamente utilizzabili per selezione appropriata
dei farmaci. Al giorno d’oggi, sono disponibili alcuni CDSS pubblici o commerciali volti a ridurre gli
errori di prescrizione di farmaci e la valutazione delle loro prestazioni in un ambiente clinico
potrebbe aprire la strada al progresso di nuovi modelli organizzativi per contenere il rischio per la
salute associato alla somministrazione di farmaci. Tuttavia, il modello di analisi di tutti questi
sistemi si basa esclusivamente sul confronto delle interazioni farmacologiche di ogni singolo
farmaco con ciascuno degli altri assunti dal paziente. Oltre a rendere queste informazioni di
difficile utilizzo clinico, questo approccio non tiene conto della possibilità di interazioni
“contemporanee” tra più farmaci, rendendo questi strumenti scarsamente utilizzati nella pratica
clinica.
La soluzione proposta da Drug-Pin (unica al mondo) si basa su una piattaforma informatica che
analizza le interazioni tra i farmaci e le condizioni fisio-patologiche del paziente, fornendo un
punteggio complessivo di interazione negativa. Tanto maggiore è questo punteggio, tanto più
elevata è la probabilità di avere interazioni gravi tra i farmaci.
La principale novità del sistema Drug-Pin è l’approccio multilivello al problema dell’efficacia e della
sicurezza specifiche del paziente di ciascuna combinazione di farmaci. Vengono raccolti, con
grande semplicità ed immediatezza d’uso, diversi dati del paziente come fenotipo, genotipo,
laboratori e dati clinici, per elaborare un punteggio di terapia personale, che consente di
prevedere la reazione del paziente alla somministrazione di uno specifico cocktail di farmaci. Il
calcolo di tale punteggio terapeutico prende in considerazione milioni di associazioni note tra
fattori che influenzano la cinetica, la dinamica e la risposta dei farmaci, inclusi DDI generali, linee
guida specifiche per la malattia, regolamentazione autorizzativa, interferenza specifica del
metabolismo di ogni paziente, come dedotto da dati fenotipici (età, sesso, epatica e funzionalità
renale, stile di vita) e tratti genotipici.
Un primo lavoro ha valutato retrospettivamente la frazione prevedibile di problemi farmacologici
in un dataset anonimo composto da 251.894 pazienti ricoverati presso l’Ospedale Universitario
Charitè di Berlino in un periodo di dieci anni. Sono stati identificati problemi farmacologici
moderati e gravi dovuti a interazioni farmaco-farmaco evitabili rispettivamente in circa il 58% e il
20% di tutti i cocktail di farmaci. È stato inoltre rilevato un tasso inaspettato di problemi di farmaci
dovuti alla non aderenza alle informazioni presenti nella scheda tecnica e/o nelle indicazioni
registrative de singoli farmaci (5%) e ai problemi medici legati all’età (5,7%).
In conclusione, la società Drug-Pin è proprietaria di un brevetto internazionale che copre la
proprietà intellettuale della piattaforma elettronica e tutti i suoi impieghi quale ausilio conoscitivo
esclusivamente per il personale medico.
Da oltre 3 anni la piattaforma viene utilizzata presso l’ospedale universitario la Charité di Berlino, i
Policlinici Ospedaliero-universitari Umberto I e Sant’Andrea di Roma, dove sono stati valutati
decine di migliaia di pazienti poli-trattati. Sono inoltre iniziati studi clinici in diverse Istituzioni
pubbliche e private italiane, come pure in diversi altri Paesi europei e in una Università
statunitense.
Tre Aziende farmaceutiche multinazionali stanno valutando la possibilità di integrare la
piattaforma Drug-Pin nei loro percorsi di sostegno ai medici, attraverso diverse modalità
operative.
Leggenda Classe di Produzione
A=1-100K euro
B=100K-500K euro
C=500K-1M euro
D=1M-2M euro
E=2M-5M euro
F=5M-10M euro
G=10M-50M euro
H=più di 5OM di euro
ND=non disponibile
Leggenda Classe di Addetti
A=0-4 addetti
B=5-9 addetti
C=10-19 addetti
D=20-49 addetti
E=50-249 addetti
F=almeno 250 addetti
ND=non disponibile
Leggenda Classe di Capitale
1=1 euro
2=1-5K euro
3-5K-10K euro
4=10K-50K euro
5=50K-100K euro
6=100K-250K euro
7=250K-500K euro
8=500K-1M euro
9=1M-2,5M euro
10=2,5M-5M euro
11=più di 5M di euro
ND=non disponibile
Legenda prevalenza femminile/giovanile/straniera
NO: [% del capitale sociale + % Amministratori] / 2 ≤ 50%
Maggioritaria: [% del capitale sociale + % Amministratori] / 2 > 50%
Forte: [% del capitale sociale + % Amministratoril / 2 > 66%
Esclusiva: [% del capitale sociale + % Amministratori] / 2 = 100%
?: Non disponibile
I dati sulla prevalenza sono riferiti al trimestre precedente
Legenda prevalenza femminile/giovanile/straniera
NO: [% del capitale sociale + % Amministratori] / 2 ≤ 50%
Maggioritaria: [% del capitale sociale + % Amministratori] / 2 > 50%
Forte: [% del capitale sociale + % Amministratoril / 2 > 66%
Esclusiva: [% del capitale sociale + % Amministratori] / 2 = 100%
?: Non disponibile
I dati sulla prevalenza sono riferiti al trimestre precedente
Legenda prevalenza femminile/giovanile/straniera
NO: [% del capitale sociale + % Amministratori] / 2 ≤ 50%
Maggioritaria: [% del capitale sociale + % Amministratori] / 2 > 50%
Forte: [% del capitale sociale + % Amministratoril / 2 > 66%
Esclusiva: [% del capitale sociale + % Amministratori] / 2 = 100%
?: Non disponibile
I dati sulla prevalenza sono riferiti al trimestre precedente
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