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Le aziende agricole ortofrutticole si caratterizzano per un’elevata frammentazione e polverizzazione produttiva, elementi che limitano la capacità competitiva del comparto. Il sistema organizzativo della filiera ortofrutticola gioca un ruolo cruciale nel miglioramento della redditività delle produzioni agricole, anche attraverso economie di scala in grado di supportare i piccoli produttori e garantire condizioni di crescita per tutti gli operatori. Nel settore ortofrutticolo, il perseguimento di questi obiettivi è ricoperto dai Consorzi e dalle Organizzazioni di produttori (OP) che rappresentano quasi il 50% della produzione di ortofrutta, aventi come mission la programmazione, l’aggregazione, la trasformazione e valorizzazione del prodotto degli associati. • Nella realtà, tali organizzazioni si concretizzano esclusivamente in un ulteriore centro di costo senza spesso apportare alcuno o risicati benefici all’intera filiera e ai propri associati. In Italia si contano 298 OP, di cui la gran parte (55,0%) localizzate nel Meridione. Tuttavia, la concentrazione geografica delle OP non rispecchia i livelli di organizzazione della produzione ortofrutticola la quota di ortofrutta italiana che viene veicolata al mercato tramite le OP restituisce un quadro diversificato, dove convivono territori in cui la gran parte della produzione viene gestita dalle OP e altri in cui la produzione organizzata resta ancora molto contenuta. Rispetto al contesto regionale Calabrese i dati sull’attività delle OP è in linea a quello di altre regioni del Sud Italia ma nettamente al di sotto dei dati del Nord e della media Italiana.